L’indipendenza energetica e la guerra in Ucraina

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L’Ucraina e la nostra indipendenza energetica

Oggi non voglio discutere della guerra in Ucraina, ma della sua principale conseguenza economica qui da noi. E di come sarebbe meno grave se avessimo la nostra indipendenza energetica. Partiamo quindi con ordine, vediamo il quadro della situazione e poi vediamo il concetto di indipendenza energetica. Poi, forse, proveremo a trarre delle conclusioni.

La guerra in Ucraina

Giusto una settimana fa la Russia, ‘a sorpresa’, ha deciso di invadere l’Ucraina. Una guerra è sempre una tragedia, è deprecabile e bla bla bla… Ok, tutti quelli che si sentono indignati da questo approccio possono pure andarsene. Tanto sono gli stessi che 8 giorni fa non sapevano neppure che l’Ucraina esistesse e 8 giorni dopo la fine della guerra se ne saranno già dimenticati.

Quelli che sono interessati al resto del discorso possono restare e prendere atto di una semplice realtà: nell’economia Russa l’export di gas e petrolio giocano un ruolo fondamentale. Già prima della guerra, lo Zar minacciava di chiudere i rubinetti. Ci teneva per le palle. Quale conseguenza potrebbe mai avere, ‘a sorpresa’, una guerra che coinvolge la Russia? Ecco, è successo esattamente quello! Che sorpresa!

Indipendenza energetica: che cos’è

Ci sono concetti estremamente semplici, troppo spesso dimenticati. Uno di questi è quello di indipendenza. Si è indipendenti quando si può fare qualcosa senza l’aiuto di nessuno. Indipendenza energetica, quindi, è la possibilità di farsi tutta l’energia di cui abbiamo bisogno, senza chiedere nulla a nessuno. Semplice? Si e no. Vediamo perché.

La prendo larga: qualche anno fa mi ero documentato per scrivere un testo sull’idroelettrico. Mi stupivo di come, in un paese naturalmente avvantaggiato, venisse sfruttato così poco. Grazie a quelle ricerche ho scoperto che, fino al 1964, non solo l’idroelettrico era molto più sfruttato, ma l’Italia era molto più vicina all’indipendenza energetica di quanto sia mai stata. Poi è successo qualcosa. Nel ’64 è stata fondata l’Enel.

Quando metti un bene pubblico prezioso come l’energia in mano a miopi speculatori e non a dei tecnici, succede che questi inseguono l’immediato guadagno. Nessun progetto a lungo termine.

Così l’Italia si è trovata a dipendere in buona parte dall’importazione di energia elettrica, delegando la (poca) produzione interna a gas e petrolio. Importati.

La parentesi nucleare

L’unico progetto di indipendenza a lungo termine è stata la parentesi nucleare. Poi c’è stato quel ‘problemino’ a Chernobyl (che è in Ucraina, eh!). Referendum emotivo. Nessuna divulgazione tecnica e scientifica su pro e contro. Fine del nucleare in Italia. Veniamo ad oggi.

Dipendenza e ricatti

Torniamo all’inizio di questo discorso e vediamo di trarre qualche conclusione. Senza neanche dover affrontare il tema ambientale, mai come oggi le fonti energetiche rinnovabili (eolico, solare, idroelettrico, etc.) sono state più economicamente convenienti. Ed essere indipendenti ci renderebbe meno ricattabili. Se noi abbiamo bisogno di un bene, è chi può fornircelo che decide quanto farci pagare. L’energia di cui disponiamo determina i nostri costi di produzione. Quindi, chi controlla l’energia controlla la nostra competitività sul mercato.

È ridicolo osservare che chi osteggia le rinnovabili le accusa di non essere sempre disponibili. Poi si affida ad una fornitura di gas che può essere tagliata o sospesa senza alcun preavviso.

L’indipendenza energetica inizia dal privato!

L’individuo, il privato, quello-che-non-è-la-società, ha un potere enorme su questi aspetti. Noi votiamo. Non mi riferisco a quel ridicolo rituale che si svolge nel segreto delle urne. Quello serve a distogliere la nostra attenzione dal fatto che noi votiamo tutti i giorni! Ogni volta che accettiamo di pagare quasi 2€ per un litro di benzina o gasolio, noi votiamo per lo Zar di tutte le russie o per il principe arabo pazzo o per il nostro burocrate scemo. Ogni volta che accettiamo un aumento sulla bolletta, perché tanto è così che funziona, votiamo per lo status quo.

Ed anche sul discorso energetico abbiamo facoltà di voto. Possiamo decidere di consumare meno, così come possiamo decidere di produrre in toto od in parte l’energia che consumiamo.

Iniziamo ad essere indipendenti

In quest’ottica, qualsiasi forma di produzione di energia è un voto importante. Prodursi da se almeno una parte dell’energia che usiamo, diminuisce il potere di ricatto che possiamo subire. Ne è un esempio lo sfruttamento del solare termico, su cui recentemente ho pubblicato un video:

Con un impianto che costa meno di quanto spende in gas la famiglia media italiana nel solo periodo invernale, è possibile togliersi almeno quella dipendenza. Certo, non tutti possono farlo: ci vuole una casa indipendente, o quantomeno la proprietà esclusiva del tetto; ci vuole il giusto orientamento del tetto; ci vuole la possibilità economica, etc. Però, se tutti quelli che possono farlo lo facessero, sarebbe un vantaggio anche per gli altri, perché diminuirebbe la richiesta al mercato.
Meno potere di ricatto.

Buon voto a tutti!